Da molti anni presto il mio servizio presso il Pronto Soccorso dove ansia, paura e sofferenza – come si può immaginare – sono le emozioni prevalenti e sempre presenti. Oggi voglio raccontare un episodio che parla di speranza, tenerezza e amore per la vita. Un venerdì di qualche settimana fa ero di turno al Pronto Soccorso e, nella stanza di “osservazione” mi sono avvicinata ad una signora che ha comiciato a raccontarmi la sua vita. A causa della povertà della sua famiglia non ha potuto studiare (ha conseguito la licenza elementare), ma le è sempre piaciuto comporre delle poesie, soprattutto in occasione degli eventi importanti della vita come matrimoni, nascite etc… ed ha cominciato a recitarmene qualcuna. Colpita e commossa dalla genuinità della signora le ho chiesto se potevo trascrivere alcuni versi, e lei, con piacere, me li ha dettati.
Dimenticavo di dire che la signora L.P. ha 89 anni. Di seguito due sue poesie:
Donna d’altri tempi con la testa china seduta alla stufa vicina e pensi al tuo passato , alla poca legna che avevi per riscaldare e aspetti, aspetti un figlio che ti venga a trovare per poter con lui un po’ parlare , ma lui di rado viene e poco si sofferma, perdonalo mamma la colpa non è sua, la colpa è dei tempi , ora sono meccanizzati, robotizzati , danno all’uomo tanto da fare e non sanno che c’è una mamma da consolare.
4 Gennaio, la luna è piena, ricordi, ricordi, ricordi, mi sento come una candela che si sta consumando con la sua tremolante luce . Spero di aver dato qualcosa, mia piccola luce brilla ancora dell’amore che ho dato.
